Una favola di Natale copertina - racconto illustrato
Freebies Storia Illustrata

Una favola di Natale, racconto illustrato per bambini

Ciao Amici, bentornati sul blog.
A Natale una storia da leggere ai bambini ci sta sempre bene, così, viste le rispettive passioni, io e la mia cara amica Lisa, del blog Lifestyle ’99, abbiamo messo insieme fantasia e creatività e realizzato una breve storia illustrata da regalare ai vostri bimbi.

In questa storia i protagonisti sono gli animali e, come la più classica delle favole, si conclude con un piccolo grande insegnamento: abbatti il pregiudizio e non ti precluderai a nuove e bellissime amicizie.

La storia, scritta interamente da Lisa Vingiani e corredata dalle mie illustrazioni, è disponibile in versione pdf per il download gratuito, potete scaricarla e stamparla tutte le volte che vorrete.

Una Favola di Natale

Testi: Lisa Vingiani
Illustrazioni: Rossana Ghiani

“Stai attento nel bosco, non ti allontanare troppo e torna a casa prima che
faccia buio”
“Sì, mamma, stai tranquilla” -rispose la piccola volpe
“Copriti bene perché fa freddo e, se iniziasse a nevicare, torna subito a casa”
-ammonì Mamma Volpe, avvolgendo il suo cucciolo in una calda sciarpa.
“Ma mamma -protestò il cucciolo- la neve è tanto bella nel bosco, perché non
posso giocarci solo un pochino?”
“Perché è pericoloso, il tuo nasino non funzionerà bene con la neve alta e
potresti perderti nel bosco. E stai attento agli orsi!” -insistè mamma volpe
“E va bene, mamma -annuì la piccola volpe un po’ imbronciata.
Salutò dunque la mamma e si incamminò verso il bosco.

Una favola di Natale - tavola N. 1 - racconto illustrato per bambini

La piccola volpe passeggiava allegra e spensierata, osservando il paesaggio
attorno a sè: tanti alberi, ormai spogli, avevano lasciato cadere le foglie,
formando così un tappeto variopinto di sfumature dal giallo oro all’arancio ed al
marrone bruciato e la piccola volpe si divertiva, saltellando, a farle scricchiolare
sotto le zampine.
Rigogliosi invece erano ancora gli abeti, i cui rami ricchi di aghi per tutto
l’anno, assumevano quel colore verde scuro, così in armonia con il paesaggio
ormai brullo. Era talmente tanto l’entusiasmo della piccola volpe, che non si
accorgeva del tempo che passava e che la luce ormai cominciava a divenire più
fioca, continuando invece a saltellare felice e a tuffarsi con il musetto nei
mucchi di foglie secche, per farle svolazzare con il suo soffio, che ormai
diveniva una fredda nuvoletta bianca di vapore.

Una favola di Natale - tavola N. 2 - racconto illustrato per bambini

Mentre saltellava su quell’immenso tappeto scricchiolante, per sentirne con le
zampe lo scalpiccio, si rese conto di non essere solo e che qualcuno lo stava
osservando.
“Buongiorno, signor gufo” -disse la piccola volpe
“Umf…”-sbuffò il gufo- “buongiorno, ragazzino”. E fece per girarsi di spalle.
“La mamma mi ha insegnato che dare le spalle non è gentile” -gli disse la
piccola volpe
“I gufi non devono essere gentili” -fece il gufo corrucciato
“Tutti dobbiamo essere gentili!” -ribatté la piccola volpe
Il gufo sbuffò ancora, dandogli le spalle. La piccola volpe, un po’ delusa, fece
per andar via, poi si fermò per un attimo ed aggiunse “La mamma dice che
essere gentili con gli altri ci rende più felici. Ed io voglio essere felice, quindi
sarò gentile anche con lei. Arrivederci, signor gufo”.
E proseguì, addentrandosi nel bosco.

Una favola di Natale - tavola N. 4 - racconto illustrato per bambini

Lungo il cammino, continuando a saltellare tra i sentieri coperti di foglie e di
muschi, incontrò un piccolo scoiattolo intento a raccogliere nocciole e ghiande.
“Ciao, scoiattolo, ti va di giocare con me?”
“Mi piacerebbe molto” -rispose il piccolo scoiattolo- ma devo aiutare la mia
mamma a raccogliere provviste, è oramai inverno e presto la neve coprirà il
bosco e noi dobbiamo farci trovare pronti”
“La neve è stupenda! Ma perchè non vuoi giocare con me?” -chiese la piccola
volpe.

“Non si può sempre giocare -rispose il piccolo scoiattolo- dobbiamo anche
renderci utili a volte. La neve è molto bella, è vero, ma farà anche molto freddo
e noi avremo bisogno di rinchiuderci nella nostra tana per tutto l’inverno. La
mia mamma dice che è pericoloso farsi sorprendere dalla neve”
“Anche la mia lo ripete sempre -rispose la piccola volpe- ma io non sono
d’accordo con lei, non vedo l’ora che nevichi!” si entusiasmò
“Stai attento -gli disse il piccolo scoiattolo- le mamme di solito hanno
ragione”

Una favola di Natale - tavola N. 5 - racconto illustrato per bambini

La piccola volpe, un po’ delusa dalla risposta del suo nuovo amico, lo salutò,
ancora con gentilezza, proseguendo da solo nel bosco.
Ma si sa, quando ci si diverte, non ci si accorge che il tempo passa e la piccola
volpe sembrava non avvedersi che il buio continuava ad avvicinarsi a grandi
passi.
E spensierata, percorreva il bosco, senza sentire la stanchezza e senza badare,
nel bagnarsi le zampine nel piccolo stagno, inseguendo per gioco una
ranocchia, che l’acqua fosse ormai così gelida, che iniziava a ghiacciarsi.

Una favola di Natale - tavola N. 6 - racconto illustrato per bambini

Proseguiva saltellando, con il naso all’insù, guardando le cime degli alberi, in
cerca di un nuovo amico con cui giocare, di nuove avventure da sperimentare, di
nuove piccole gioie che lo sorprendessero.
Ma ecco, all’improvviso, qualcosa accadde: il suo nasino avvertì un minuscolo
brivido di freddo: era un fiocco di neve…
E poi un altro…
Ed un altro ancora…

Che gioia per la piccola volpe, che finalmente avrebbe visto tutto imbiancarsi!
Finalmente poteva correre e saltare e poi ancora scavare buche nella neve e già
fantasticava di divertirsi, giocando con qualche nuovo amico da incontrare.
Ma la neve ahimè era più veloce di quello che il cucciolo avrebbe immaginato e
la luce diveniva sempre più fioca.

Stava diventando buio e tutto il suo entusiasmo per quel paesaggio finalmente
innevato cominciava ad affievolirsi, mutandosi in preoccupazione.
Solo allora la piccola volpe notò che il tramonto era ormai giunto e, con la neve,
il suo nasino ormai gelato iniziava a non sentir più bene gli odori.
“Come tornerò a casa?”- si spaventò il cucciolo, ricordandosi delle
raccomandazioni ricevute, a cui non aveva dato ascolto.
“La mamma aveva ragione, avrei dovuto ascoltarla” -piagnucolò la piccola
volpe.

“Ciao -disse una vocina alle sue spalle- perchè stai piangendo?”
La piccola volpe si voltò in direzione di quella vocina. Un cucciolo la guardava
sorridendo, si trattava di un animale che non conosceva.
“Mi sono perso” -rispose, piangendo- ed ho tanto freddo, non so come tornare
a casa, il mio nasino è gelato e non sento più l’odore della mamma. Si sta
facendo buio e ho perduto la strada, come farò da solo?”
“Non piangere, vieni con me a casa mia, la mia mamma sa sempre cosa fare”.
La piccola volpe accolse dunque l’invito del suo nuovo amico e lo seguì
fiducioso.

“Questa è casa mia e quella è la mia mamma” -gli disse il cucciolo, indicando
la tana ed un grosso animale- “Mamma, mamma, ho portato un amico!”
“Mi scusi il disturbo, signora, mi sono perso e suo figlio mi ha invitato a casa
vostra”
“Entra pure -gli rispose il grosso animale, con voce rassicurante- casa nostra è
casa tua”
“Grazie- rispose la piccola volpe più tranquilla- “Non ho mai visto animali
come voi, voi cosa siete?” -chiese curiosa
“Noi? Siamo orsi!” -rispose il grosso animale.

La piccola volpe ammutolì, terrorizzata.
Dopo qualche istante, prese coraggio e chiese con voce tremante: “Quindi mi
mangerete per cena?”
L’orsetto scoppiò in una ricca risata.
“Ma cosa dici? Noi siamo tuoi amici! Ti ho portato a casa mia, perchè la mia
mamma saprà di certo aiutarti, lei conosce bene il bosco e si sa orientare anche
quando c’è la neve”

La piccola volpe arrossì, vergognandosi molto di quello che aveva pensato e si
rese conto di averli giudicati male.
Mamma Orsa tuttavia non se la prese affatto, anzi sorrise alla piccola volpe, e
con voce rassicurante gli disse:
“Stai tranquillo, piccolo, ti riaccompagnerò io a casa”.
Mamma Orsa risistemò le ultime scorte di cibo che stava preparando per
l’inverno e le ripose in dispensa, quindi si tolse il suo grembiule e si preparò ad
uscire.
“Andiamo, bambini, sono pronta”

Tutti insieme, si misero in cammino nuovamente nel bosco, stavolta in direzione
opposta, ma ben presto la piccola volpe mostrò segni di stanchezza.
“Ti porto io” -gli disse dolcemente Mamma Orsa- riposa pure, povero cucciolo,
sarai esausto”
La piccola volpe accettò volentieri il suo aiuto e si lasciò trasportare in groppa a
quell’enorme rassicurante animale, abbandonandosi alla stanchezza di quella
lunga giornata.

“Che sciocchino sono stato” -disse fra sè e sè, mentre il torpore si impossessava
talmente di lui, che si addormentò.
Mamma Orsa lo portò così subito fuori dal bosco, verso casa.
Uscendo dalla boscaglia, l’enorme animale si ritrovò davanti una volpe, che la
guardava in silenzio, con aria impensierita.
“Buonasera, signora Volpe -disse Mamma Orsa- ho riaccompagnato il suo
cucciolo a casa, si era perso nel bosco ed era molto spaventato”.
“Grazie, signora Orsa-rispose mamma volpe in un sospiro di sollievo- ero
molto in pensiero, non vedendolo ancora tornare”

Al suono della voce della mamma, la piccola volpe si svegliò e con entusiasmo,
si tuffò fra le sue braccia.
Stretto forte alla sua mamma, si voltò poi verso Mamma Orsa.
“Grazie, signora Orsa per avermi riportato a casa”
E poi rivolto alla sua mamma, disse:
“Hai visto, mamma, che non tutti gli orsi sono pericolosi? Ci sbagliavamo su di
loro”

Mamma Volpe sentì calde lacrime salirle agli occhi, poi si voltò verso Mamma
Orsa.
“Grazie di cuore. Non solo per aver riportato il mio cucciolo a casa, ma per
avergli insegnato cosa sia un pregiudizio.
Vi prego, entrate, accomodatevi e fermatevi un pochino, per riposarvi dal lungo
cammino e beviamo qualcosa di caldo insieme, sarà un onore per noi”

L’orsa rassicurò la signora volpe, non era certo offesa per l’equivoco creato dal
suo cucciolo, anzi aveva sorriso del suo candore.
Accettò quindi l’invito, ringraziandola dell’ospitalità e, mentre serena teneva fra
le grosse zampe la calda tazza fumante, insieme guardarono con tenerezza i loro
cuccioli giocare insieme, liete entrambe che fossero ormai amici per la pelle, al
di là di qualsiasi diversità.

“Quando giocheremo ancora insieme?” -chiese la piccola volpe all’orsetto.
Il cucciolo un po’ intristito rispose: “Ci rivedremo a primavera, dopo il letargo.
La mamma ha già preparato tante provviste per l’inverno, quando c’è la neve
noi orsi dormiamo, per poter resistere al freddo”
Era giunto ormai il momento di tornare a casa, per mamma Orsa ed il suo
cucciolo.
Si salutarono quindi affettuosamente, per incamminarsi verso casa,
ripromettendosi però di rivedersi presto, non appena la neve avesse smesso di
imbiancare il bosco.

Mamma Volpe rientrò nella tana insieme al suo piccolo e poi lo guardò
corrucciata per un istante, come per rimproverarlo per la marachella, ma subito
comprese che non ce n’era bisogno, perché il suo piccolo aveva già capito di
aver sbagliato, per non aver dato ascolto alle sue raccomandazioni.
La madre strinse al cuore il suo cucciolo e poi restarono là in silenzio a guardare
la neve.

Il paesaggio era ormai tutto imbiancato, la neve aveva coperto i grandi abeti e la
prateria, le foglie scricchiolanti erano ormai sparite sotto la coltre bianca.
“Perdonami, mamma, non ti disubbidirò mai più. Ho imparato la lezione,
bisogna sempre ascoltare la mamma. E soprattutto, grazie alla signora Orsa e
al mio amico orsetto, ho imparato a giudicare gli altri solo DOPO averli
conosciuti”

Fine

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